Pubblicato il Maggio 15, 2024

La vera causa dello stress domestico non è il disordine, ma la frizione tra gli spazi e le attività quotidiane.

  • Organizzare la casa non significa puntare a un’estetica da rivista, ma a progettare la fluidità dei movimenti e delle routine familiari.
  • Liberare spazi formali inutilizzati (come il classico “salotto buono”) per trasformarli in aree funzionali è la chiave per guadagnare metri quadri vivibili.

Recommandation: Invece di riordinare, mappa i flussi di movimento della tua famiglia per identificare e risolvere i 3 principali “punti di frizione” che generano caos ogni giorno.

La scena è fin troppo familiare per molte famiglie italiane: la corsa mattutina per trovare chiavi, zaini e scarpe; la pila di panni da piegare che occupa l’unica poltrona libera; i figli che litigano per lo spazio sul tavolo della cucina, conteso tra compiti, colazione e il portatile per lo smart working. Istintivamente, la colpa viene data al “disordine”. Si cerca la soluzione in sessioni di decluttering estenuanti o nell’acquisto dell’ennesimo contenitore salvaspazio, seguendo consigli generici che spesso non funzionano sul lungo periodo.

Queste soluzioni, pur valide in superficie, ignorano il problema centrale. Si concentrano sull’eliminare gli oggetti, non sulla causa che genera il caos. Ma se la vera chiave non fosse l’ordine estetico, ma la progettazione dei flussi di vita? Se il problema non fosse “cosa” teniamo in casa, ma “come” gli spazi supportano (o sabotano) le nostre azioni quotidiane? Questo approccio trasforma l’organizzazione da un’incombenza frustrante a una strategia proattiva di benessere.

Questo articolo non ti darà l’ennesima checklist per un decluttering generico. Ti guiderà, invece, a diventare un consulente spaziale per la tua stessa casa. Imparerai a leggere i tuoi spazi, a identificare i veri “punti di frizione” che causano stress e a implementare soluzioni funzionali, a basso costo e adatte alla vita reale di una famiglia, seguendone l’evoluzione nel tempo. È il momento di smettere di combattere il disordine e iniziare a progettare l’armonia.

Questa guida completa è stata pensata per accompagnarti passo dopo passo nel processo di trasformazione dei tuoi ambienti domestici. Scoprirai perché una casa disorganizzata impatta sulla psicologia familiare, come ripensare la distribuzione degli spazi senza ristrutturare e come creare soluzioni flessibili che crescono insieme ai tuoi figli. Ecco gli argomenti che affronteremo.

Perché una casa disorganizzata aumenta lo stress familiare del 40% ogni giorno?

L’idea che il disordine generi stress non è solo una percezione soggettiva, ma un dato di fatto con radici psicologiche profonde. Ogni oggetto fuori posto, ogni spazio che non risponde a una funzione chiara, diventa un micro-ostacolo nel flusso della giornata. Questi “punti di frizione” costringono il nostro cervello a prendere continue micro-decisioni: “dove appoggio questo?”, “dove trovo quello?”. Moltiplicato per ogni membro della famiglia e per ogni giorno, questo carico cognitivo si accumula, esaurendo le nostre riserve mentali e abbassando la soglia di tolleranza. Il risultato è un aumento dell’irritabilità e dei conflitti.

La situazione in Italia è particolarmente significativa. Secondo dati recenti, quasi il 60% degli italiani ha sofferto di ansia o stress nel corso dell’ultimo anno. Un’analisi del Centro Internazionale Studi Famiglia evidenzia come l’ambiente domestico giochi un ruolo cruciale. La ricerca mostra che l’ansia (47%) e lo stress (37%) sono tra le principali cause che spingono le persone a cercare un supporto psicologico, mettendo in crisi il mito della “resilienza familiare” come risorsa automatica. Una casa disfunzionale non è più un semplice fastidio, ma un fattore che erode attivamente questa resilienza.

Non si tratta solo di caos visivo. Uno spazio mal organizzato comunica un senso di impotenza e di perdita di controllo, sentimenti che sono alla base dei disturbi d’ansia. Per un bambino, può significare non avere un angolo tranquillo per i compiti; per un genitore in smart working, l’impossibilità di “staccare” mentalmente a fine giornata. Ripensare l’organizzazione non è quindi un vezzo estetico, ma un intervento primario per migliorare la salute mentale di tutta la famiglia, agendo direttamente su uno dei principali fattori di stress quotidiano.

Come ripensare la distribuzione degli spazi di casa in un weekend senza ristrutturare?

L’idea di ripensare la casa evoca spesso immagini di costose ristrutturazioni e lunghi lavori. In realtà, il cambiamento più radicale si ottiene modificando la logica con cui usiamo gli spazi, un’operazione che può essere fatta in un solo weekend. L’approccio non è “dove metto i mobili?”, ma “come si muove la mia famiglia?”. Il primo passo è la mappatura dei flussi di vita: un esercizio pratico per visualizzare i percorsi, le abitudini e, soprattutto, gli ingorghi quotidiani.

Prendi un foglio con la piantina di casa tua (anche un disegno approssimativo va bene) e, per un paio d’ore, osserva e traccia con colori diversi i movimenti di ogni membro della famiglia in un momento critico, come la mattina prima di uscire. Noterai subito i “punti di frizione”: l’incrocio caotico davanti al bagno, l’accumulo di oggetti vicino all’ingresso, la ricerca frenetica di qualcosa in cucina. Questa mappa è il tuo strumento diagnostico: non ti dice che sei disordinato, ma che il tuo layout non supporta le tue routine.

Una volta identificato un punto critico, l’intervento diventa chirurgico. Se il caos è all’ingresso, non serve un armadio più grande, ma una “stazione di atterraggio” dove ogni persona abbia uno spazio definito per le tre cose essenziali che usa uscendo e rientrando. Può bastare un pannello a parete con ganci e piccole mensole personalizzate. L’obiettivo è risolvere un problema funzionale, non nascondere oggetti. Oggi esistono anche strumenti digitali, come IKEA Kreativ, che usano l’intelligenza artificiale per creare repliche 3D della propria casa, permettendo di sperimentare nuovi layout virtualmente prima di spostare un solo mobile.

Mappa dei flussi familiari in una casa italiana per ottimizzare gli spazi

L’immagine sopra illustra perfettamente il concetto di mappatura dei flussi. Le linee colorate non rappresentano il disordine, ma i percorsi funzionali della vita quotidiana. Ottimizzare questi percorsi significa ridurre gli ostacoli e, di conseguenza, lo stress. Questo approccio strategico, focalizzato sui flussi e non sugli oggetti, è il segreto per trasformare radicalmente la vivibilità della casa senza demolire un solo muro.

Open space o stanze separate: quale layout riduce i conflitti in una famiglia con figli?

La scelta tra un grande ambiente unico e stanze ben definite è uno dei dilemmi principali nell’organizzazione domestica, specialmente con figli. Non esiste una risposta universale, ma una soluzione migliore a seconda dell’età dei figli e delle dinamiche familiari. L’open space, spesso idealizzato, favorisce la convivialità e la supervisione dei più piccoli, ma può diventare una fonte continua di conflitto quando le esigenze di privacy e concentrazione aumentano.

Il rumore è il nemico numero uno dell’open space. Una telefonata di lavoro, la TV accesa e un videogioco in contemporanea nello stesso ambiente sono la ricetta per un’escalation di tensione. Con l’aumento dello smart working e della didattica a distanza, la necessità di isolamento acustico è diventata prioritaria. Inoltre, i conflitti legati all’uso della tecnologia sono sempre più frequenti: un report del CISF indica che nel 55,4% delle famiglie con minori ci sono tensioni per l’uso del cellulare. In un open space, questi conflitti diventano pubblici e pervasivi, senza possibilità di ritirarsi in uno spazio privato.

Le stanze separate, d’altro canto, offrono un’oasi di privacy e silenzio, fondamentale per adolescenti e per chi lavora da casa. Tuttavia, possono portare a un eccessivo isolamento e rendono più difficile la supervisione dei bambini piccoli. La soluzione ideale spesso risiede in un ibrido: un’area giorno ampia ma “zonizzata” con soluzioni flessibili come librerie passanti, pannelli scorrevoli o anche solo tappeti e colori diversi per delimitare visivamente le aree funzionali.

Il seguente quadro comparativo, basato sull’analisi delle esigenze familiari, aiuta a orientare la scelta:

Open space vs Stanze Separate: Pro e Contro per la Famiglia
Aspetto Open Space Stanze Separate
Supervisione bambini Ottima visibilità continua Richiede spostamenti
Rumore/Privacy Problematico per smart working Isolamento acustico migliore
Flessibilità Spazi multifunzionali Funzioni dedicate stabili
Costo modifiche Divisori mobili economici Ristrutturazioni costose
Adatto per Bambini piccoli (0-6 anni) Adolescenti (11+ anni)

In definitiva, la scelta del layout deve essere una risposta strategica all’evoluzione della famiglia. Un open space può essere perfetto per i primi anni, ma è saggio prevedere fin da subito sistemi di suddivisione leggeri e reversibili per adattare gli spazi quando i bisogni di privacy diventeranno non più negoziabili.

L’errore di dedicare 20 mq al salotto formale usato 3 volte all’anno

In molte case italiane persiste una tradizione culturale difficile da sradicare: il “salotto buono”. Una stanza impeccabile, spesso la più grande e luminosa della casa, tenuta “in naftalina” per le grandi occasioni che, nella realtà, si verificano forse a Natale e a Pasqua. Questi 20, a volte 30 metri quadri, diventano uno spazio-museo, intoccabile e quindi inutilizzato, mentre la vita reale della famiglia si accalca in ambienti più piccoli e congestionati. Questo non è solo uno spreco di spazio, ma un lusso che molte famiglie non possono più permettersi.

La realtà economica attuale impone un ripensamento radicale. I dati del CISF rivelano che il 32,4% delle famiglie italiane ha dovuto rinunciare a spese per la casa, come manutenzione o acquisto di mobili. In questo contesto, mantenere uno spazio così grande quasi sempre vuoto è un controsenso. Quei metri quadri potrebbero risolvere problemi concreti: diventare un angolo studio silenzioso, un’area gioco sicura per i bambini, una postazione per l’home fitness o semplicemente un’estensione del soggiorno “vero” per renderlo più vivibile.

Liberare il salotto formale non significa rinunciare all’eleganza o all’idea di accogliere ospiti, ma integrare questa funzione nella vita di tutti i giorni. Si tratta di passare da uno spazio formale a uno spazio funzionale. Un grande tavolo può servire per i compiti durante la settimana e trasformarsi per una cena importante nel weekend. Un divano comodo e resistente è più accogliente di poltrone rigide e delicate. La sfida è superare il blocco psicologico del “si rovina” e abbracciare l’idea di una casa che vive e si adatta.

Trasformazione del salotto formale in spazio multifunzionale per la famiglia

La trasformazione, come illustrato nell’immagine, è tanto simbolica quanto pratica. Significa reclamare uno spazio prezioso per il benessere quotidiano, invece di sacrificarlo a un’idea astratta di rappresentanza. Rinunciare al salotto-museo è il primo, grande passo per guadagnare una stanza in più senza cambiare casa, migliorando drasticamente la qualità della vita familiare.

Come riorganizzare gli spazi ogni 3 anni seguendo la crescita dei figli senza ristrutturare

Una casa non è un’entità statica; è un organismo vivente che deve evolversi insieme alla famiglia. L’errore più comune è progettare gli spazi in base alle esigenze del momento, senza una visione a lungo termine. La cameretta perfetta per un neonato diventa inadeguata e frustrante per un bambino di sei anni che ha bisogno di spazio per creare e muoversi. Pensare a cicli di circa 3 anni permette di anticipare i cambiamenti e adattare gli ambienti con piccoli interventi mirati, invece di affrontare costose ristrutturazioni.

L’approccio si ispira a principi pedagogici come quello Montessori, dove lo spazio è considerato un “ambiente maestro”, un educatore silenzioso che promuove l’autonomia. Una casa a misura di bambino non è una casa piena di giochi, ma una casa dove il bambino può agire in autonomia e sicurezza. Questo significa abbassare il livello di interazione: ganci per i cappotti alla loro altezza, scaffali bassi per libri e giochi, un piccolo sgabello in bagno per raggiungere il lavandino. Questi piccoli accorgimenti cambiano radicalmente la dinamica familiare, riducendo le richieste di aiuto e aumentando l’autostima del bambino.

Man mano che i figli crescono, le esigenze cambiano radicalmente. L’area gioco a terra lascia il posto a una scrivania per i compiti, che a sua volta dovrà diventare una postazione di studio più strutturata per un adolescente, con requisiti di ergonomia e privacy molto diversi. L’investimento intelligente non è in mobili costosi e definitivi, ma in sistemi modulari e arredi trasformabili che possono essere riconfigurati, alzati o riadattati. Un fasciatoio può diventare una cassettiera, un lettino evolutivo si allunga seguendo la crescita.

Ecco una possibile cronologia degli adattamenti spaziali per seguire la crescita dei figli:

  • 0-3 anni: Il focus è sulla sicurezza a terra e l’esplorazione. Spazi aperti, lettino basso senza sbarre (stile Montessori) per favorire l’autonomia nel salire e scendere, oggetti e giochi riposti in ceste a pavimento alla loro portata.
  • 3-6 anni: Inizia l’era delle attività creative e del gioco simbolico. Serve un tavolino basso con sedie, scaffali a vista dove possano scegliere e riporre i giochi in autonomia, e appendini all’ingresso alla loro altezza per imparare a gestire le proprie cose.
  • 6-10 anni: L’età scolare richiede uno spazio dedicato ai compiti. Una scrivania, possibilmente regolabile in altezza, diventa essenziale. La libreria deve essere ben organizzata e accessibile, e serve uno spazio per organizzare gli hobby (sport, musica).
  • 11-18 anni: La privacy diventa un bisogno primario. L’area studio deve essere ergonomica e ben illuminata. Lo spazio non è più solo per dormire e studiare, ma anche per la socializzazione con gli amici, quindi serve flessibilità (un pouf, un divanetto, o semplicemente un tappeto grande).

Pianificare questi micro-adattamenti ogni pochi anni trasforma la casa in un alleato della crescita, prevenendo i conflitti e supportando ogni fase dello sviluppo dei figli in modo funzionale e armonico.

Come trasformare il soggiorno in ufficio diurno e sala relax serale con meno di 500€?

Con lo smart working diventato una realtà consolidata per molti, il soggiorno è stato spesso cooptato come ufficio improvvisato, creando un cortocircuito tra vita professionale e privata. Lavorare sul tavolo da pranzo o sul divano non è solo scomodo, ma rende impossibile “staccare la spina” a fine giornata, poiché lo spazio di lavoro e quello del relax coincidono. La soluzione non è rassegnarsi, ma creare una postazione di lavoro a scomparsa, che permetta una transizione netta tra le due funzioni con un budget contenuto.

L’obiettivo è creare una “bolla” lavorativa che possa essere montata e smontata in pochi minuti. La chiave è scegliere arredi multifunzionali e leggeri. Una scrivania a ribalta fissata al muro, ad esempio, offre una solida superficie di lavoro durante il giorno e, una volta chiusa, diventa una semplice mensola profonda pochi centimetri, liberando completamente lo spazio. In alternativa, una consolle stretta può fungere da piano d’appoggio e, a fine giornata, il portatile può essere riposto in un cassetto e la sedia sotto la consolle stessa, sparendo dalla vista.

Lo storage è altrettanto cruciale. Invece di lasciare documenti e cancelleria in giro, un carrello mobile con ruote può contenere tutto il necessario per l’ufficio. Durante le ore di lavoro, si posiziona accanto alla scrivania; a fine giornata, può essere nascosto in un angolo, dietro una tenda o persino dentro un armadio. Anche l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale: una lampada da tavolo con luce fredda (sopra i 4000K) aiuta la concentrazione durante il lavoro, mentre una lampada da terra con luce calda (sotto i 3000K) crea un’atmosfera rilassante la sera. Le lampadine smart permettono di cambiare temperatura e intensità con un click, definendo l’umore dello spazio.

Con un budget inferiore ai 500€, è possibile acquistare un kit di trasformazione completo. Ecco alcune soluzioni intelligenti e a basso costo, come quelle proposte da IKEA, che permettono di raggiungere questo obiettivo:

Soluzioni Salvaspazio Sotto i 150€ per un Soggiorno Multifunzionale
Soluzione Prezzo indicativo Funzione Vantaggi
Scrivania a ribalta NORBERG €39 Postazione lavoro compatta Si ripiega a parete dopo l’uso
Carrello RÅSKOG €49 Storage mobile Facile da spostare e nascondere
Sistema EKET modulare €35-70 Divisorio/contenitore Separa zone senza chiudere
Lampada smart LED €25-45 Illuminazione adattiva Cambia temperatura colore

Investire in queste soluzioni non solo migliora l’ergonomia e la produttività, ma soprattutto protegge il soggiorno come santuario del relax familiare, stabilendo un confine fisico e psicologico essenziale per il benessere.

Come automatizzare le 3 routine quotidiane più stressanti per le famiglie in un weekend?

Molti dei “punti di frizione” che generano stress in famiglia non derivano da un disordine fisico, ma da routine ripetitive e mal gestite. La sveglia mattutina, il riordino serale e la preparazione per la notte sono spesso momenti di caos e negoziato. La buona notizia è che la tecnologia smart home, oggi accessibile e facile da configurare, può automatizzare gran parte di queste routine, agendo come un “maggiordomo” invisibile che fluidifica la giornata. Un weekend è sufficiente per impostare tre automatismi chiave.

La prima routine da automatizzare è quella del risveglio. Invece di essere strappati dal sonno da una sveglia aggressiva, è possibile configurare un risveglio graduale. Le luci smart possono iniziare ad accendersi lentamente 30 minuti prima dell’ora impostata, simulando un’alba naturale. Questo processo regola la produzione di cortisolo e melatonina, favorendo un risveglio più dolce e meno traumatico per tutti. In parallelo, uno smart speaker può avviare una playlist di musica calma o le notizie del giorno a un volume basso e crescente.

Il secondo punto critico è il disordine che si accumula durante il giorno. L’idea di passare l’aspirapolvere ogni sera è irrealistica per una famiglia impegnata. Un robot aspirapolvere programmabile è la soluzione. Lo si può impostare perché parta in automatico durante le ore in cui la casa è vuota, o di notte nelle zone meno disturbate come il soggiorno. Questo non elimina la necessità di pulizie profonde, ma mantiene un livello di ordine di base che riduce drasticamente il carico mentale e visivo del disordine quotidiano.

Infine, la routine della “messa a nanna”, spesso caotica. È possibile creare uno scenario “modalità nanna” attivabile con un singolo comando vocale (es. “Ok Google, buonanotte”). Questo comando può essere programmato per eseguire una serie di azioni in sequenza: abbassare le luci in tutta la casa, spegnere TV e dispositivi elettronici, verificare che le porte siano chiuse (con sensori appositi) e avviare suoni rilassanti o una favola audio nella camera dei bambini. Trasforma un processo fatto di continui richiami in un rituale calmo e prevedibile.

Ecco un piano concreto per implementare queste automazioni in un weekend:

  1. Routine mattina (Anti-stress sveglia): Configurare le lampadine smart nelle camere da letto per un’accensione graduale che simuli l’alba, iniziando 30 minuti prima dell’ora della sveglia.
  2. Routine disordine (Pavimenti sempre in ordine): Programmare il robot aspirapolvere per un ciclo di pulizia automatico ogni giorno, preferibilmente quando nessuno è in casa o durante la notte nelle zone giorno.
  3. Routine sera (Rituale della nanna): Impostare un comando vocale unico (es. “modalità nanna”) sullo smart speaker per abbassare progressivamente le luci, spegnere la TV e tutti i dispositivi non essenziali, e avviare una playlist di suoni bianchi o musica rilassante.

Questi tre semplici automatismi non risolvono tutti i problemi, ma eliminano tre delle maggiori fonti di attrito quotidiano, liberando tempo ed energie mentali per interagire in modo più positivo come famiglia.

Da ricordare

  • Il vero obiettivo non è l’ordine estetico, ma la creazione di “flussi di vita” senza ostacoli che riducano i “punti di frizione” quotidiani.
  • Riconvertire spazi formali e inutilizzati, come il salotto “buono”, in aree funzionali è la strategia più efficace per guadagnare spazio vivibile.
  • La casa deve essere un sistema dinamico: pianifica micro-adattamenti ogni 3 anni per seguire la crescita dei figli e l’evoluzione delle esigenze familiari.

Come creare spazi domestici che siano belli ma soprattutto funzionali per la vita vera?

Nell’era di Instagram e Pinterest, la pressione per avere una casa esteticamente perfetta è enorme. Ma una casa da copertina è spesso l’antitesi di una casa funzionale. La bellezza che serve a una famiglia non è quella statica di un museo, ma quella dinamica di uno spazio che accoglie la vita, con le sue inevitabili imperfezioni. La vera eleganza risiede in un ambiente che funziona, che semplifica le azioni invece di complicarle, che invita all’uso invece di intimidire. Il mantra deve essere: funzionalità prima, estetica poi.

Questo significa fare scelte contro-intuitive. Un divano in velluto bianco può essere bellissimo, ma se genera l’ansia costante che si macchi, diventa un elemento di stress, non di comfort. Un divano con un tessuto sfoderabile e lavabile in lavatrice, in un colore che nasconde le piccole macchie, è una scelta funzionalmente superiore e, in ultima analisi, più bella perché permette di vivere lo spazio senza preoccupazioni. La funzionalità si trova nei materiali: vernici lavabili, tappeti a pelo corto facili da pulire, mobili con angoli arrotondati se ci sono bambini piccoli.

Creare uno spazio funzionale significa organizzare per attività, non per categorie di oggetti. Come spiega un esperto IKEA, “gli spazi sono organizzati per attività, tenendo quello che serve tutti i giorni a portata di mano e il resto nei contenitori”. Questo significa che la postazione del caffè in cucina deve avere tazze, zucchero e cucchiaini tutti nello stesso cassetto, non sparsi in tre punti diversi della stanza. Significa creare un “angolo lettura” con una poltrona comoda, una buona luce e una piccola libreria con i libri del momento, non una libreria enorme ma scomoda da raggiungere.

L’approccio funzionale non sacrifica la bellezza, la ridefinisce. La bellezza emerge dalla coerenza tra la forma e la funzione, dalla sensazione di fluidità e di agio che uno spazio ben pensato trasmette. È la bellezza di un ingresso dove appendere il cappotto è un gesto semplice e immediato, di una cucina dove tutto è a portata di mano, di un soggiorno dove ci si può rilassare senza paura di rovinare qualcosa. È una bellezza che supporta il benessere, invece di pretenderlo.

Piano d’azione: Audit di funzionalità per una stanza a prova di famiglia

  1. Punti di contatto (Flusso): Con del nastro di carta, traccia per terra i percorsi più frequenti in una stanza. Identifica dove si creano “ingorghi” o dove i mobili intralciano il passaggio.
  2. Collecte (Inventario Attività): Fai un elenco di tutte le attività che realmente si svolgono in quella stanza (es. guardare la TV, giocare, lavorare al PC). Confrontalo con gli oggetti presenti: sono funzionali a queste attività?
  3. Cohérence (Funzionale vs. Formale): Analizza ogni pezzo d’arredo e chiediti: “Serve a un’attività reale o è solo decorativo?”. Se un mobile occupa spazio senza essere usato, è un candidato alla rimozione o sostituzione.
  4. Mémorabilité/émotion (Sicurezza e Materiali): Controlla la stanza dal punto di vista di un bambino. Ci sono spigoli vivi pericolosi? I tessuti (divano, cuscini, tende) sono facilmente lavabili? L’ambiente ispira relax o ansia da prestazione?
  5. Plan d’intégration (Azione Immediata): Sulla base dell’analisi, definisci UNA sola azione da compiere nel prossimo weekend per risolvere il punto di frizione più grande (es. sostituire il tavolino in vetro con un pouf contenitore, spostare una libreria per liberare un passaggio).

Per rendere la tua casa veramente funzionale, il punto di partenza è un’analisi onesta dei tuoi spazi. Rileggere i criteri per un audit di funzionalità ti aiuterà a iniziare con il piede giusto.

Iniziare a trasformare la propria casa in un’alleata del benessere non richiede grandi budget o interventi drastici. Richiede un cambio di prospettiva: smettere di vedere il disordine come un nemico da combattere e iniziare a leggere gli spazi per capire dove si inceppano i flussi della vita quotidiana. Comincia da un solo punto di frizione, il più fastidioso. Risolvi quello, e avrai già innescato un cambiamento positivo per tutta la famiglia.

Scritto da Marco Bernardi, Marco Bernardi è architetto specializzato in bioedilizia e progettazione sostenibile con 15 anni di esperienza in riqualificazione energetica di edifici residenziali. Laureato in Architettura al Politecnico di Torino con certificazione CasaClima Consultant e Passive House Designer, dirige uno studio di progettazione focalizzato su abitazioni a basso impatto ambientale.